12 giugno 2021, 43° minuto di Danimarca-Finlandia: il calciatore Christian Eriksen si accascia al suolo colpito da un improvviso arresto cardiaco. Il tempestivo intervento dei soccorritori e il pronto utilizzo di un defibrillatore automatico esterno (DAE) hanno permesso di salvare la vita dello sportivo.
L’incidenza annuale dell’arresto cardiaco a livello europeo è compresa tra 67 e 170 su 100 000 individui. In Italia, sono oltre 60.000 le persone colpite da arresto cardiaco ogni anno. La probabilità di sopravvivenza in seguito ad un arresto cardiaco si riduce del 10% per ogni minuto di ritardo del primo soccorso, annullandosi dopo 10 minuti. Per questo motivo, un intervento nei primi 5 minuti, applicando le procedure di Rianimazione Cardio Polmonare (RCP) e utilizzando un DAE, aumenta la probabilità di sopravvivenza al 50% e riduce le conseguenze neurologiche permanenti. Poiché la maggioranza degli arresti cardiaci si verifica in ambienti pubblici, compresi quelli lavorativi, sta crescendo sempre di più la consapevolezza di sensibilizzare la società sulla cardioprotezione e sull’utilizzo dei DAE come strumento salvavita.
In questa direzione, a più di un anno dall’episodio di Eriksen, molto si è mosso a livello europeo e nazionale. Le nuove linee guida dell’edizione 2022 dell’European Society of Cardiology (ESC) raccomandano la diffusione di defibrillatori esterni nelle zone in cui è più probabile che si verifichi un evento di arresto cardiaco (stadi, centri commerciali, stazione dei trasporti pubblici, scuole…). Inoltre, esse ribadiscono che l’attuazione tempestiva di interventi di rianimazione, con l’esecuzione dell’RCP e l’utilizzo di un DAE, soprattutto prima dell’arrivo dei soccorsi di emergenza, aumenta notevolmente la probabilità di sopravvivenza in seguito ad un arresto cardiaco. Le nuove linee guida ESC affrontano anche il tema dell’arresto cardiaco tra gli sportivi. Nonostante l’attività fisica sia di beneficio per la salute cardiovascolare, se praticata in modo eccessivo e vigoroso, è stato dimostrato essere correlata alla morte cardiaca improvvisa (MCI). Alcuni studi suggeriscono che la maggior parte dei casi di MCI( Morte Cardiaca Improvvisa) nello sport si verifica in un contesto ricreativo piuttosto che competitivo. Negli atleti sopra i 35 anni di età, l’incidenza di MCI è compresa tra 2 e 6.3 su 100 000 persone all’anno, mentre è più bassa negli atleti più giovani (0.4-3 su 100 000 persone all’anno). Alcune ricerche documentano un’alta percentuale di sopravvivenza nei centri sportivi dotati di defibrillatori, in cui è stata completata laformazione del personale sportivo sulle manovre dell’RCP e sull’utilizzo degli stessi DAE.
Quindi, le analisi statistiche e l’esperienza giustificano l’impegno nell’attuare programmi di emergenza per intervenire sugli episodi di arresto cardiaco e prevenirne le morti, attraverso la distribuzione di un maggior numero di DAE in luoghi pubblici e nei centri sportivi.
Lo Stato italiano ha maturato questa consapevolezza emanando la legge n 116 del 4 agosto 2021, “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 13 agosto 2021 ed entrata in vigore il 28 agosto 2021. Tale legge impone l’obbligo del defibrillatore per le pubbliche amministrazioni, le scuole e per il settore dei trasporti e incentiva l’installazione dei DAE nei luoghi pubblici. Inoltre, rafforza la legge Balduzzi per lo sport, richiedendo alle società sportive di avere il DAE anche durante gli allenamenti e non solo nelle competizioni. Tuttavia, la modifica più decisiva apportata da questa legge è l’introduzione del principio del “buon samaritano”: facendo riferimento all’art. 54 del Codice Penale, chiunque potrà usare un DAE senza il rischio di incorrere in sanzioni, anche se non abilitato all’uso. I defibrillatori in commercio sono progettati in modo da funzionare in modo completamente automatico, riducendo al minimo le operazioni che un soccorritore deve eseguire. I DAE di oggi sono, in un certo modo, basati su una tecnologia user friendly, favorendone l’utilizzo anche ai soccorritori laici. In ogni DAE, una voce registrata guida il soccorritore passo a passo nella procedura d’intervento. Dopo l’applicazione delle piastre, degli algoritmi diagnostici analizzano il ritmo cardiaco del paziente e decidono se erogare o meno lo shock, in modo diretto oppure con conferma da pulsante. Perciò, la tecnologia stessa dei DAE ne favorisce e agevola l’utilizzo. Negli ultimi anni, diversi progetti sono stati avviati al fine di cardioproteggere i centri urbani più popolosi, posizionando DAE in piazze pubbliche o in prossimità di luoghi più frequentati, realizzando una rete di soccorso tempestiva integrata con il 118. Rimane solo il bisogno di alimentare una divulgazione della cultura della cardioprotezione e sensibilizzare le persone a questa tematica, per assicurare sempre più possibilità di sopravvivenza per la vittima di arresto cardiaco. Le nuove raccomandazioni dell’ESC e la legge italiana n 116 nerappresentano un primo tentativo.
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