Una cosa che da sempre appassiona Life Tree è l’attaccamento all’innovazione che esiste nella sanità. E attenzione, non ci riferiamo solo all’innovazione della medicina, ma anche della tecnologia attorno ad essa e attorno al trattamento della patologia che affligge il paziente.
Esistono infatti al giorno d’oggi soluzioni che aiutano le persone a vivere la propria quotidianità in maniera non ostacolante, in grado di restituire loro il sorriso. Un esempio? Potremmo citarne davvero tanti, ma quello che più per noi rappresenta i passi da gigante della sanità è proprio il pacemaker e i motivi possono essere diversi: la incredibile tecnologia all’interno di un altrettanto incredibile piccolo involucro, in maniera tale da non essere invasivo e allo stesso tempo compiendo il lavoro di costante controllo e registrazione dell’attività cardiaca del paziente.
Ma può essere considerato l’apice della tecnologia nel 2021? Beh, sicuramente un punto MOLTO alto se solo pensiamo a 50 anni fa, ma che può ancora (e per fortuna) portare grandi sorprese.
Come? Con il Pacemaker Wireless, che è in grado di dissolversi nel corpo ed è dedicato (per ora) per i pazienti che hanno bisogno solo di un aiuto temporaneo per regolare il loro battito cardiaco. Cosa significa “temporaneo”? È molto semplice, esistono pazienti che devono necessariamente riferirsi ai tradizionali pacemaker permanentemente, per ragioni fisiologiche e condizioni cardiache; altri invece solo per una breve durata, ad esempio dopo un intervento chirurgico al cuore in cui successivamente è doveroso controllare lo stato della salute del miocardio.
Non siete ancora sorpresi ma arriva il bello: questo nuovo dispositivo non solo è senza fili e quindi omette non pochi problemi attualmente reali: infezioni, malfunzionamenti, usura ecc. ma viene anche assorbito dal cuore nel momento in cui non viene più utilizzato. Qui siamo alla fantascienza!
Oltretutto può essere tranquillamente controllato dall’esterno, rendendo la manutenzione o il controllo davvero una procedura comoda.
Per quanto riguarda l’accesso al device, sembra inoltre che i costi siano decisamente contenuti. Si parla infatti di circa 100 dollari.
Ne parla anche uno dei protagonisti del grande passo in avanti, il professor John A. Rogers della Northwestern University in Illinois, Stati Uniti:
Abbiamo testato i dispositivi su modelli animali piccoli e grandi e su cuori umani da donatori di organi – ma non ancora su pazienti umani.
C’è ancora molto da fare sicuramente, ma le premesse di questo nuovissimo dispositivo sono decisamente entusiasmanti e rassicuranti.
Potrete trovare l’articolo completo del The Guardian cliccando qui.