Il trentacinquenne giocava in squadra con un infermiere
Da il “Corriere della Sera” del 22 Giugno 2017
LEGNARO (PADOVA) Stava giocando a calcetto con gli amici come tante altre volte, quando ha perso conoscenza e si è accasciato al suolo all’improvviso. E se il suo cuore ha ripreso a battere dopo pochi istanti, l’uomo deve ringraziare la colletta per il defibrillatore e la prontezza di un compagno che sapeva maneggiarlo. È in buone condizioni il trentacinquenne di Legnaro che martedì sera è arrivato in ospedale a Padova con i postumi di un arresto cardiaco, rimediato giocando a calcetto e scongiurato grazie al pronto intervento di chi ha assistito alla scena.
Tutto inizia sul campetto della parrocchia di Legnaro, dove va in scena un torneo tra amici all’ombra del campanile. L’uomo non ha malattie del cuore conclamate e ha sempre sostenuto le visite medico-sportive di prassi, per cui non sembra esserci nessuna controindicazione. Invece, durante una delle partitelle, il giocatore è colto da un malore tanto acuto quanto inaspettato. Capendo la gravità della situazione, compagni di squadra e avversari sospendono immediatamente la partita; qualcuno prende il telefono e chiama il 118, qualcun altro teme il peggio e si mette le mani nei capelli, ma c’è anche chi si rimbocca le maniche e prova a rianimare l’amico. In questi casi, del resto, intervenire subito è fondamentale.
E qui, oltre alla fortuna, entra in gioco anche la lungimiranza. Poco tempo prima infatti la compagnia di amici appassionati di calcetto aveva acquistato un defibrillatore e l’aveva fatto collocare proprio a bordo campo, pronto all’uso in caso di emergenza. Al resto pensa la dea bendata, visto che uno dei dieci calciatori in campo fa l’infermiere di professione. Risultato: l’uomo colpito da arresto cardiaco riprende subito conoscenza mentre l’ambulanza è ancora in viaggio. I sanitari del Suem decidono comunque di trasportarlo in ospedale dove è stato tenuto sotto osservazione per tutto il giorno e ha risposto bene alle cure. Senza defibrillatore, il trentacinquenne avrebbe rischiato di morire. Ed è anche per questo che l’associazione «Padova fa battere il cuore» ha raggiunto un accordo col Comune per installare il maggior numero possibile di defibrillatori in strada.